Relazioni disfunzionali segnali per riconoscerle - Psicologa Gabriella Maggi

Relazioni disfunzionali: tutti i segnali per riconoscerle e uscirne

Sono ormai entrate nel linguaggio comune parole come amore malato o relazione tossica per indicare rapporti che causano dolore e sofferenza, che producono effetti devastanti sulla vita della persona che ne fa esperienza. Tuttavia, ciò che sembra chiaro dall’esterno, non è così facile da riconoscere quando si è coinvolti direttamente.

 

Legami che producono dolore, che minano l’autostima, che compromettono il benessere personale, relazioni che fanno male, che mettono perennemente a disagio l’altro per il piacere del controllo, della supremazia, si insinuano in quel legame di coppia che porta a distruggere emotivamente chi ne è coinvolto oscurando la possibilità di valutare o prevedere possibili vie di uscita.

 

Ma come possiamo riconoscere una relazione disfunzionale?

Relazioni disfunzionali 

Le relazioni disfunzionali non necessariamente riguardano in modo esclusivo i rapporti di coppia, poiché comprendono qualsiasi tipo di legame affettivo non sano. In una relazione di tipo funzionale i due protagonisti si riconoscono come individui autonomi che si rispettano, che si prendono cura l’uno dell’altro e che collaborano.

 

Di contro, in una relazione disfunzionale, sia se si pensi all’amore, all’amicizia o a un altro legame, prevale il sentimento di ansia, di disagio, di inadeguatezza o addirittura di paura. Si sperimenta cioè la sensazione di malessere e sofferenza.

Non è sempre facile riconoscere un rapporto di questo tipo, specialmente se la natura del coinvolgimento è intensa e totalizzante, perché se è vero che ci sono segnali chiari e riconoscibili (come le violenze e gli abusi), ce ne sono altri più subdoli, sfuggenti.

 

Un elemento che connota fortemente la relazione disfunzionale è l’alternarsi di un grande disagio con piccoli spiragli di benessere che fanno sperare a cambiamenti, ma che si rivelano predittori di comportamenti che non fanno che riproporre la solita modalità di attacco. Spiragli di luce in un cielo nuvoloso che danno avvisaglie di sereno e invece si ripresenta il solito mal tempo che non promette nulla di buono.

 

Una possibile riflessione degli schemi di comportamento ricorrenti che appartengono a una relazione disfunzionale potrebbe aiutare a riconoscere questo tipo di rapporto e a mettere in atto soluzioni idonee per gestire la situazione.

 

Come riconoscere una relazione disfunzionale? I Segnali da non sottovalutare

Per quanto sia corretto sottolineare che nessun rapporto è immune da conflitti o momenti di difficoltà, quando si parla di relazioni disfunzionali si fa riferimento proprio a modalità distorte di entrare, mantenere e chiudere un rapporto, dove è presente un palese disequilibrio tra i partner, frutto di una mancanza di empatia e di ascolto e dell’incapacità di considerare l’altro considerare l’altro come persona capace di pensare e agire autonomamente.

Una relazione disfunzionale è spesso caratterizzata da:

 

Gelosia e mancanza di fiducia

La fiducia è alla base di una relazione sana e matura. Senza fiducia non è possibile instaurare un rapporto costruttivo, positivo e duraturo. Per quanto una piccola dose di gelosia possa essere tollerabile e magari anche stimolare la relazione, quando la fiducia viene a mancare del tutto, lasciando al suo posto il controllo continuo e ossessivo nei confronti dell’altro e di tutto ciò che lo riguarda: abitudini, abbigliamento, spostamenti e persino una pressante indagine sulle conversazioni e gli incontri, dovrebbe sorgere il dubbio che una tale relazione manca di equilibrio.

 

Mancanza di parità

In un rapporto sano prevale la collaborazione e il gioco di squadra. Una relazione non paritaria, in cui uno dei due individui si sente superiore all’altro e avanza un diritto di presa di potere o controllo, non è di certo una relazione funzionale.
Quando in una relazione affettiva si ha la concreta sensazione di ricevere briciole di amore e che i propri bisogni non vengono minimamente presi in considerazione e soddisfatti a discapito di quelli dell’altro individuo, la relazione è marcatamente sbilanciata.

 

Mancanza di rispetto

Altro campanello d’allarme è la mancanza di rispetto, ovvero quando la persona al proprio fianco si interfaccia con atteggiamenti di disprezzo, umiliazioni o offese.
Il rispetto, ossia il riconoscere ogni persona con pensieri e sentimenti unici, è la condizione senza la quale nessun tipo di incontro può considerarsi sano.

 

Voler cambiare l’altro

Molte persone concepiscono la possibilità e volontà di modificare il partner, soprattutto in una relazione di tipo amoroso. Per quanto sia normale non amare tutti gli aspetti del/la proprio/a compagno/a di vita e magari provare a smussare qualche angolo, non è accettabile voler trasformare chi è vicino per ottenere una persona che appartiene all’immagine dell’altro, stravolgendo completamente la personalità del partner.

 

Ricatti e confronti

In molte relazioni tossiche è presente lo schema che si basa su continui confronti da parte di un membro della coppia con figure e modelli che fanno sentire l’altro mai sufficientemente all’altezza, mai completamento adeguato, creando sensi di colpa e alimentando la sensazione di non essere qualificati al ruolo o alla persona a cui si sta accanto.

 

Giustificazioni e scuse

La sensazione di dover continuamente giustificarsi all’altro per il modo di essere o di comportarsi senza mai arrivare a raggiungere uno stato che sia appagante e soddisfacente.

 

Relazioni perse

Nei rapporti tossici il partner viene isolato da amici e familiari. Un allontanamento lento e costante, che porta uno dei soggetti a concentrare il proprio tempo libero e le proprie risorse esclusivamente verso il proprio partner esclusivamente per compiacere alle sue richieste.

 

Stress, rabbia e tristezza frequenti

In un rapporto positivo non mancano di certo momenti di tristezza, sconforto, rabbia o nervosismo, tuttavia la riflessione da fare in questo caso, riguarda l’origine e la motivazione che scatena i sentimenti di rabbia e di stress, ovvero se sono reali o volutamente creati per mettere a disagio il partner.

 

Cosa fare quando ci rendiamo conto che stiamo vivendo una relazione disfunzionale?

Non è facile rendersi conto, né accettare di far parte di un sistema di coppia malato. Il corpo manda segnali di malessere, ci porta a chiedere l’origine di quello che stiamo provando.

 

E’ tuttavia molto difficile valutare con onestà quello che si sta vivendo. La libertà di pensare viene continuamente attaccata dal partner che mette alla prova le sensazioni provate, insinuando dubbi su ciò che si sente e si pensa, arrivando a minare il mondo privato fino al raccontarsi che il problema forse non è reale, salvando in modo acritico l’altro e sacrificando se stessi così da procrastinare il cambiamento e mantenendo in vita una relazione disfunzionale.

 

Quando abbiamo la sensazione che qualcosa della relazione non funzioni, quando avvertiamo che siamo in trappola e non sappiamo come uscirne, possiamo rivolgerci ad uno psicologo e psicoterapeuta, che potrà fornirci un punto di vista esterno, una lettura della situazione il più realistica possibile, cercando un confronto sincero e onesto con il nostro sentire per ritrovare noi stessi.

 

Se pensi di vivere una relazione disfunzionale e necessiti di un supporto psicologico o un aiuto a riprendere in mano la tua vita, contatta la Dr.ssa Gabriella Maggi, psicologa e psicoterapeuta esperta in relazioni disfunzionali.